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RICORDO DEL SACRIFICIO DI JAN PALACH

„Bisogna lottare contro il male che è alla nostra portata“
Jan Palach

 

Monumento a Jan Palach, Roma, Piazza Jan Palach – Scultura di Vittorio Di Colbertaldo (1902-1979)

“Cielo luminoso e giornate roventi

solido piedistallo di pietra

Dio ha dipinto il cielo così blu

ad esso si tendono le tue braccia

tocchi il blu con le punte delle dita
(…)”

Poesia di Anastáz Opasek
Monumento a Jan Palach a Roma

 

 

 

Martedì 19 gennaio 2021, l’Ambasciata della Repubblica Ceca a Roma ha organizzato un atto commemorativo per onorare il sacrificio di Jan Palach, secondo la tradizione esattamente nell’anniversario della sua morte (19 gennaio 1969, quest’anno è il 52° anniversario). L’incontro commemorativo si è svolto nei locali dell’Ambasciata e, a causa della pandemia in corso, è potuto essere presente solo un numero limitato di partecipanti. L’ambasciatrice della Repubblica ceca, Hana Hubáčková, ha ricordato il più alto sacrificio di Palach e ha sottolineato il forte significato sociale del suo atto, ancora oggi attuale.

A nome della comunità dei connazionali ceca di Roma, ha partecipato all’incontro commemorativo Kateřina Di Paola Zoufalová, presidente dell’Associazione Praga e preside della Scuola Ceca Roma.

Mercoledì 20 gennaio 2021 l’Associazione Praga ha continuato la commemorazione con il videoincontro “Jan Palach nelle canzoni e nella poesia.”

Dopo l’ascolto di due brani Kam tenkrát šel můj bratr Jan (Dove è andato quella volta il mio fratello Jan), testo di Zdeněk Borovec, interpretato da Karel Gott, e Mourir dans tes bras, Salvatore Adamo) si è continuato con il cortometraggio Ticho (Silenzio), realizzato per il 40° anniversario dell’atto di Palach secondo il brano di Bohdan Mikolášek (Krátký film Praha 2009), contenente un’importante testimonianza personale dell’artista.

L’incontro è continuato con una breve rassegna di poesie (raccolta) con delle reazioni all’atto di Palach. Tra le altre, i partecipanti hanno ascoltato la poesia di Jan Skácel Hořící keř, Cespuglio in fiamme (la regista polacca Agnieszka Holland ha dato il medesimo nome al suo film su Jan Palach del 2013). Sono risuonati anche i versi che Jan Zajíc, torcia numero 2, ha dedicato a Jan Palach, torcia numero 1, così come si firmava lo stesso Palach nelle ultime lettere.

Dagli anni 60 del secolo scorso i cantautori hanno occupato un posto di rilievo nella musica ceca. Nelle loro composizione si trova spesso una reazione disinibita ad eventi importanti, storiche e anche attuali. A tale gruppo appartiene sicuramente Karel Kryl che però proprio al sacrificio di Palach ha reagito mantenendo le distanze. In seguito lo ha inserito in alcuni brani, tra i quali Marat ve vaně (Marat nella vasca), ascoltato durante l’incontro virtuale. Si è parlato di atri cantautori (Bohdan Mikolášek, Vladimír Merta, Vlastimil Třešňák, Pavel Žalman Lohonka e altri).

Reazioni al gesto di Palach sono presenti anche nella musica pop. Oltre al brano già menzionato Kam tenkrát šel můj bratr Jan possiamo ricordare il testo di Václav Fischer Nezoufej (Non disperare) per Eva Olmerová, il testo di Jan Schneider Soud (Il giudizio), cantato da Václav Neckář, le parole di Ladislav Kučera nella canzone Mistrům Janům (Jan Hus e Jan Palach) nell’interpretazione di Viktor Sodoma.

Ha riscontrato successo anche la presentazione di un brano di musica classica di Jan Novák, Ignis pro Ianne Palach che con in suo testo latino è stato presentato nel 1969 a Rudolfinum.

La morte di Jan Palach ha avuto eco anche in Italia. La canzone più popolare, e per questo scelta per la conclusione, a riguardo è forse Primavera di Praga del cantautore Francesco Guccini, composta e cantata per la prima volta nel 1969.

A cura di Květoslava Rubešová (redazione fogli Romani), il supporto tecnico è stato fornito da Eva Trlíková, vicepresidente dell’Associazione, e Teresa Mele, socia dell’Associazione.

Per l’Associazione Praga è un’onore che alla videoconferenza abbia partecipato la signora Klára Von Kriegsheim Kadlecová, ministro consigliere dell’Ambasciatrice, il cui messaggio è stato letto al termine dell’incontro: “L’appello che ci ha lasciato Jan Palach è permanente. Il suo sacrificio rimarrà una domanda aperta che non può essere afferrata, risolta e chiusa una volta per tutte. È necessario ritornarci, insieme e dentro di sè. Così come possiamo, siamo capaci e desiderosi, sia che viviamo nel 1969 o nel 2021”.

 Alla videoconferenza hanno partecipato numerosi soci e ospiti e la manifestazione è stata accolta con un grande interesse.

Film Ticho: https://www.youtube.com/watch?v=aC6EitmbAS8

Associazione Praga ringrazia la rivista culturale UNI per la concessione di materiale su Jan Palach per il 50° anniversario dal suo gesto nel 2019: https://www.magazinuni.cz/.

tm

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